Garbagnate, gioco di ruolo sulla legalità in quinta
“La mafia si diffonde dove manca la società o soprattutto la solidarietà!” Messaggio forte e chiaro quello del sindaco di Appiano Gentile, Giovanni Pagani e della moglie Piera che sono intervenuti alla scuola primaria di Garbagnate mercoledì 17, nel pomeriggio, per incontrare la classe quinta. Pagani è balzato agli onori della cronaca per una serie di intimidazioni a seguito dei suoi legittimi controlli sulle slot machine che stavano per diffondersi oltre il lecito in paese.
Ma la sua non è stata una testimonianza o tanto meno una lezione; con la regia della moglie Piera, già maestra, si è prestato ad indossare i panni del mafioso che arrivava nel paese di “Ma va là”, classica risposta minimalista e menefreghista che gli abitanti ripetevano sempre. Gli abitanti erano proprio gli stessi alunni, ricoprendo chi il ruolo di imprenditori, chi di operai, chi di dirigenti della polisportiva e chi di banchiere; non mancavano i commercianti, gli autotrasportatori, gli allevatori, i sacerdoti… Di fronte ad un improvviso problema economico e sociale, tutti si chiudevano a riccio e trovavano quindi facile la soluzione di rivolgersi ad un distinto signore, proprio il nostro attore sindaco, che prometteva finanziamenti facili, posti di lavoro e opere di beneficenza, ma anche contratti capestro o mandava scagnozzi in paese per il pizzo. “Vedete questo è il punto debole del mafioso: – ha commentato poi coi ragazzi – è un vigliacco, manda altri al suo posto, non ci mette la faccia”
Il sindaco ha poi elogiato la reazione dei ragazzi/e alle sue provocazioni; non tutti si sono infatti adeguati al volere del mafioso, dimostrando di aver compreso la necessità di dire di “no”, dimostrazione della bontà del più ampio progetto di educazione alla legalità già avviato e condotto dalle insegnanti Taiana, Sangalli e La Cerra,
Alla fine tutti hanno cambiato nome al paese come recita il cartello: