5 consigli per stare sui social durante il conflitto Ucraina-Russia, secondo gli esperti
Ci affidiamo alla CNN, la tv all news americana che ha visto il suo corrispondente in diretta equipaggiarsi con il giubbotto antiproiettile nella notte dell’attacco russo:
1) Sii scettico
Occhio alla propaganda. Pensaci due volte prima di premere Invia o Condividi.
«Se sei online sei un potenziale burattino nella guerra dell’informazione.» Jennifer Mercieca, professore di comunicazione alla Texas A&M University
2) Guarda ai campi di battaglia con estrema cautela
«La nebbia della guerra rende difficile anche ai combattenti capire cosa sta succedendo in tempo reale. Per quanto densa sia la nebbia sul campo di battaglia, è quasi infinitamente più opaca [su Twitter]» David French, senior editor The Dispatch
3) Diffida degli account che non conosci
«Controlla i profili social: sono stati appena aperti? hanno pochi follower? di cosa parlavano settimane o mesi fa? Prima di condividere qualcosa, assicurati che l’autore sia chi dice di essere. Se non sei sicuro, non condividere.» Kate Starbird, professoressa ed esperta di disinformazione
4) Diffida di chi chiede soldi
«Alcuni tiktoker hanno finto di trasmettere in streaming dall’Ucraina per chiedere donazioni, utilizzando filmati alterati o doppiati» Kat Tenbarge e Ben Collins, NBC
5) Controlla le immagini con una ricerca inversa su Google immagini o Yandex
«Un consiglio per le immagini che sembrano particolarmente sorprendenti o impressionanti. Puoi farlo anche con i video registrati da uno schermo.» Christiaan Triebert, New York Times
Il testo è stato tradotto da Valentina Tonutti che così commenta:
Instagram in particolare mi sembra veramente sovraccarico di informazioni, meno di riflessioni.
Le Stories sono brevi e forse l’unico formato che possiamo fruire veramente in ordine cronologico su Instagram, ma quanti 15 secondi ci servono per spiegare davvero un contesto simile?
Il rischio è essere fagocitati dagli eventi, dimenticandoci che 15 secondi potranno essere sufficienti per mettere in fila gli eventi, ma non basteranno sempre a spiegare i perchè.
Nonostante le potenzialità dell’app, ammettiamo di non riuscire a spiegare TUTTO in una story. Smettiamo anche di pretenderlo.
Quindi viva Instagram che può essere un posto dove raccontare l’attualità, ma viva soprattutto i podcast di 1 ora, i Q&A, YouTue, le newsletter, gli articoli lunghi, i contenuti che ci richiedono minimo 10 minuti.